venerdì 17 aprile 2009

Esorcismo, il rito che sopravvive nei secoli

Fonte: http://notizie.virgilio.it/cronaca/esorcismi_rito.html?pmk=nothpboxdx

Cambiano i tempi e la Chiesa siciliana si attrezza contro la presenza di Satana nominando preti che liberano gli "indemoniati". "Dietro la mafia però non c'è il diavolo", Cosa Nostra è il frutto di scelte sbagliate sostiene Frate Benigno

L’illusione demoniaca più grande è far credere che esso non esista. I teologi sono concordi a stabilire che il Diavolo sia presente nel mondo contemporaneo, anche se come affermava qualche anno fa il più famoso degli esorcisti Gabriele Amorth, la credenza di Satana nella Chiesa è molto in ribasso. Nella tentazione di escludere l’esistenza di Lucifero dall’universo fenomenologico del possibile risiede la forza di Belzebù. In Sicilia si va in controtendenza. L’isola detiene il primato di 20 esorcisti, sui 100 spalmati in tutto il territorio nazionale, non perché la Trinacria sia un ricettacolo di satanisti, ma in virtù del fatto che la Conferenza Episcopale siciliana ha nominato gli esorcisti e investito in “modo più incisivo sulla loro formazione”, precisa Frate Benigno, il barbuto padre minore che scaccia i demoni. E ci spiega come si fa un rito di esorcismoLa Personificazione del Male è un argomento che ha sempre suscitato un sottobosco di preoccupazioni misto ad anatemi. Il Maligno è stato sempre accostato a contesti particolari. Del resto il diavolo è nei lombi e nei dettagli. L’adesione a sette, riti satanici o messe nere, la partecipazione a sedute spiritiche, perfino l'ascolto di musica di rock (da Sympathy for the devil a Starway to Heaven in avanti), il ricorso a maghi, streghe, chiromanti, fattucchieri, medium, chiaroveggenti e cartomanti è stata colta come un segnale di possessione, degno di un vade retro. Hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Frate Benigno, al secolo Calogero Palilla rilasciate al Corriere della Sera. “La mafia o Riina non sono il frutto di una manifestazione del diavolo – ma il frutto di scelte sbagliate”. Interpellato da Virgilio, l’esorcista ha chiarito il suo pensiero senza attenuare il peso delle sue affermazioni. “Un conto è la possessione diabolica - sostiene il frate, incaricato dalla Cei Siciliana della formazione degli esorcisti - un conto è un’azione sbagliata di un singolo. Quando un mafioso agisce non è per possessione demoniaca. L’autore dell’azione non è il diavolo, la responsabilità è individuale, moralmente imputabile, frutto di scelte che portano alla dannazione. Altrimenti l’azione non potrebbe essere ascritta a chi la compie”. Anche le azioni più abiette ai limiti del “demoniaco” e i crimini più efferati, come lo scioglimento nell’acido del piccolo Giuseppe Di Matteo sono “azioni scellerate del singolo” e il prelato ritiene che esse non siano ascrivibili al demonio, a meno che non ci siano prove che chi le commetta sia indemoniato.

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