domenica 19 aprile 2009

Anomalocaris




L’anomalocaride rappresenta sicuramente uno dei più grandi predatori del suo periodo, e la sua lunghezza poteva sfiorare il metro. Il complicato apparato boccale rappresenta qualcosa di unico a livello morfologico: le due grandi appendici spinose erano in grado di catturare le prede, che venivano poi portate verso la bocca vera e propria. Questa, costituita da una serie di placche circolari, rimaneva sempre aperta ma agiva come una sorta di schiaccianoci. Uno studio di Loren Babcock ha mostrato che molte delle ferite rinvenute sul corpo dei fossili di trilobiti del Cambriano combaciano perfettamente con il meccanismo predatorio dell’Anomalocaris. E’ interessante notare che almeno il 70% delle ferite inferte ai trilobiti sono sul lato destro dell’animale; sembrerebbe un caso tipico di asimmetria comportamentale, riscontrabile anche in molti predatori odierni. Questo fenomeno deriva da un un sistema nervoso lateralizzato, e indica che probabilmente un sistema di questo tipo era già presente nel periodo Cambriano.




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