domenica 10 maggio 2009

Fate


ogni localita' ha le sue fate.in sardegna, le yanas erano delle entita' che vivevano nei boschi, nelle fonti, nelle cavernema anche nei nuraghe e in antichi ruderi. Erano in origine divinita' agresti,dotate di poteri magici capaci di influire nel destino degli uomini donando loro enormi ricchezze o colmandoli di sventure. Con l'avvento del cristianesimo si cerco' di riportare in ambito cristiano i miti pagani e le entita' soprannaturali presenti nelle credenze popolari.le yanas da bellissime fate vennero declassate al rango di orrende streghe e capaci di compiere sortilegi per pura crudelta'. Divennero creature infernali dalle quali ci si poteva difendere solo con le preghiere.
Uscivano solo di notte, affinché i raggi del sole non rovinassero la loro candida pelle.Quando, nelle notti senza luna, si spostavano per andare a pregare presso i templi nuragici, erano costrette a percorrere sentieri ripidi e ricoperti di rovi. Per evitare le spine, le janas diventavano luminose: questo chiarore segnalava la loro presenza.le yanas indossavano preferibilmente vesti di lino color porpora,portavano sul capo lunghi fazzoletti ricamatiErano specializzate in ogni tipo di lavoro domestico: tessevano splendide stoffe e preparavano un pane più leggero dell'ostia.si diceva che le fate possedessero delle conchiglie capaci di produrre un suono simile a quello di un corno.suonando questo strumento attiravano le fanciulle per insegnare loro le arti magiche.la loro attivita' principale era la tessitura.mentre tessevano cantavano e la loro melodia accompagnava i viandanti.nei luoghi che abitavano c'erano inestimabili tesori,dei quali esse erano custodi e le stoffe bellissime che tessevano venivano distese nei prati nelle notti di plenilunio.i viandanti restavano cosi' incantati dalla bellezza di queste stoffe che erano incapaci di proseguire il loro cammino.Secondo la leggenda, possedevano telai d'oro, setacci per la farina fatti d'argento. Ma non solo: esse custodivano un immenso tesoro, fatto di oro, perle, diamanti. A difesa di queste ricchezze erano poste le cosiddette muscas maceddas, orribili creature con testa di pecora, un occhio solo al centro della fronte, denti aguzzi, ali corte e, sulla coda, un pungiglione velenoso.Le muscas si trovavano nascoste dentro una cassa, mischiata a tante altre contenenti il tesoro.Poiché nessuno osava rischiare di aprire la cassa sbagliata, liberando così i terribili insetti, il tesoro da sempre era e rimaneva di proprietà delle janas. il mito delle fate e' legato a quello delle Panas(evidente la somiglianza col termine jana).si dice che passando vicino ai ruscelli,nelle notti di plenilunio,possa capitare di vedere delle misteriose creature intente a lavare corredini di neonato.sono le anime infelici di donne morte di parto(pana significa puerpera),delle creature intermedie che possono accedere al regno delle fate solo dopo che per 7 anni hanno lavato e curato i panni dei propri bambini.nessuno deve interromperle altrimenti sono costrette a riniziare tutto da capo.per facilitare il loro lavoro spesso viene messo nelle bare delle giovani puerpere un pezzo di sapone e del filo per rammendare.

Le Janas Ciclopichecol nome di janas vengono indicate anche gigantesche malvagie creature,caratterizzate da gigantesche mammelle che portavano rivoltate sulle spalle(in questo modo potevano allattare i poccoli che portavano dentro ceste legate sulla schiena).avevano una lingua enorme che usavano per infornare il pane e robuste unghie sulle quali scavavano nella roccia.su di loro si raccontano diverse storie:secondo alcune sarebbero dedite all'antropofagia;altri sono convinti che siano in buoni rapporti con in diavolo e che ogni 7 anni debbano pagare all'inferno un tributo costituito da un neonato sottratto ad una giovane madre

1 commento:

  1. Se andate sul mio blog potete vedere la storia delle 2 sorelle ke dissero di vedere le fate www.skyrock.com il nik è miki793

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